Accessibilità digitale nelle PA: i dati del monitoraggio AgID

Sono disponibili sul sito monitoraggio.accessibilita.agid.gov.it i dati aggiornati relativi al monitoraggio automatico e manuale svolto da AgID sul livello di adeguamento agli obblighi normativi di siti web, documenti PDF e applicazioni delle Pubbliche Amministrazioni. Il monitoraggio, previsto dalla normativa in materia di accessibilità digitale, ha lo scopo di verificare il livello effettivo di conformità dei servizi online delle PA, così da favorire interventi di miglioramento e garantire un uso inclusivo da parte di tutti i cittadini.

Monitoraggio automatico

Nell’ultimo trimestre 2024 sono stati analizzati in modalità automatica oltre 4,7 milioni di pagine web di circa 29 mila siti istituzionali e circa 780 mila file PDF di Comuni, loro Consorzi e associazioni, istituzioni scolastiche e universitarie e altri enti pubblici, utilizzando il sistema automatizzato MAUVE++, un software realizzato in collaborazione con il CNR, che consente di identificare gli errori più frequenti. Il limite dei software di controllo automatizzato, però, è che vengono controllati meno criteri di successo, rispetto ai totali previsti, proprio per la mancanza della componente umana.

Errori di accessibilità

Tra gli errori più rilevati figurano la mancanza di un focus visibile durante la navigazione tramite tastiera, l’uso esclusivo del colore per comunicare informazioni e un insufficiente contrasto cromatico tra testo e sfondo. Tutto ciò evidenzia la necessità di migliorare l’accessibilità dei siti delle PA, rispondendo alle esigenze di tutti e creando servizi digitali più inclusivi.

Monitoraggio manuale

AgID dichiara, inoltre, di aver effettuato nel 2024 anche monitoraggi approfonditi. Nello specifico sono state analizzate le pagine Web di un centinaio di siti Web e oltre 300 documenti PDF su circa100 siti Web e 68 App di pubbliche amministrazioni. Effettuare verifiche complete significa individuare gli errori tecnici, rilevabili da strumenti automatizzati come MAUVE++, e anche tutti quei problemi che richiedono l’osservazione manuale o una valutazione specifica. Ciò permette di andare più in profondità, rilevando aspetti che un software non è in grado di valutare autonomamente, ad esempio: la struttura dei contenuti, l’uso corretto di titoli e alternative testuali, l’ordine di lettura per le tecnologie assistive e la navigazione tramite tastiera, andando quindi oltre i semplici controlli “meccanici”.

Dichiarazioni di accessibilità

Le dichiarazioni di accessibilità, lo strumento con cui ogni PA dichiara il proprio livello di accessibilità entro il 23 settembre di ogni anno e comunica i contatti in caso di inaccessibilità di un canale digitale, risultano in aumento. Dal 2020 a oggi ne sono state pubblicate online circa 66 mila.

È importante, però, evidenziare che il quadro è ancora complicato, poiché le singole amministrazioni controllano più siti tematici, dedicati a diversi servizi, come ad esempio: biblioteche, musei, piscine, istituti, consorzi… Secondo l’Indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA) i siti censiti sono circa 22 mila ma, già nel 2011, le Linee guida parlavano di oltre 40.000 siti pubblici e oggi il dato è sicuramente più alto. Da tutto ciò, risulta chiaro che il numero di dichiarazioni pubblicate sia ancora piuttosto basso rispetto ai siti effettivamente online.

Obiettivi di accessibilità

AgID ricorda, inoltre, che, entro il 31 marzo di ogni anno, le amministrazioni devono pubblicare i propri obiettivi di accessibilità, le modalità con le quali una PA intende migliorare l’accessibilità dei propri canali digitali, e lo stato di attuazione del piano di telelavoro, come previsto dal Decreto Legge n. 179/2012. Il numero degli enti che hanno dichiarato almeno un obiettivo di accessibilità per il 2024 risulta in aumento, passando a circa 12 mila rispetto ai circa 11 del 2023, ma sempre basso rispetto al numero dei canali digitali di tutte le PA.

PDF

Sul fronte dei documenti PDF emergono altre criticità. Il 98% dei PDF analizzati con modalità automatica non sono accessibili. Questo ostacola in particolare gli utenti che utilizzano tecnologie assistive come i lettori di schermo.

Utilizzando la modalità di verifica manuale, è emersa un’elevata percentuale di PDF non accessibili, che sfiora il 100%. Ciò mette in luce la necessità di rivedere radicalmente i processi di creazione e pubblicazione dei documenti, così da non escludere chi fa uso di tecnologie assistive.

CONCLUSIONI

Formare il personale delle PA diventa dunque un passaggio obbligato per garantire che le buone pratiche di accessibilità vengano adottate fin dalle primissime fasi di progettazione e sviluppo dei contenuti digitali.

Solo unendo un’adeguata formazione, l’aggiornamento costante del codice e un monitoraggio continuativo sarà possibile colmare il divario tra le norme vigenti e la realtà dei servizi online, rendendo l’accessibilità una prassi condivisa e non un mero adempimento burocratico.

È importante ricordare che l’accessibilità non è soltanto un obbligo di legge, ma un presupposto etico e sociale, volto a garantire parità di accesso alle informazioni e ai servizi a tutte le persone, indipendentemente dalle loro caratteristiche o dai dispositivi utilizzati.

La collaborazione tra amministrazioni, tecnici e cittadini è essenziale per individuare e correggere tempestivamente eventuali barriere: segnalare le criticità ai referenti indicati nella dichiarazione di accessibilità contribuisce a un miglioramento continuo dell’esperienza online.

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