Consumi e disabilità: il Black Friday non è uguale per tutti
Il 26 novembre arriverà il tanto atteso Black Friday. Milioni di consumatori si scateneranno per acquistare i migliori prodotti ai prezzi più economici. Se per la maggior parte delle persone questa non è altro che un'occasione per godere di sconti entusiasmanti, per le persone con disabilità si tratta invece di un momento di discriminazione. Ecco perché è importante approfondire il funzionamento dei consumi per le persone con disabilità e le modalità da adottare per essere accessibili e inclusivi in occasione del Black Friday.
La storia del Black Friday
Il Black Friday (dall'inglese, venerdì nero) nasce in via informale per indicare il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento, festeggiato il quarto giovedì di novembre. Nella tradizione statunitense, il giorno dopo il Ringraziamento iniziavano gli acquisti natalizi.
Rimane incerta l'origine del nome. C'è chi riferisce che derivi dal traffico che si scatena in occasione di quel giorno, in particolare nella città di Filadelfia. Altri riferiscono invece che il nome nasca dall'abitudine dei contabili di indicare nei libri i passivi col rosso e i guadagni col nero: in questo caso il Black Friday sarebbe il giorno in cui si passava dai passivi, in rosso, ai guadagni, in nero.
Ad ogni modo, la moda esplose negli Stati Uniti negli anni '80, per estendersi poi progressivamente in Europa e poi in tutto il mondo.
Negli USA i numeri delle vendite sono impressionanti. Basti pensare che nel 2013 nei soli Stati Uniti sono stati spesi 57,4 miliardi di dollari in un solo giorno da più di ottanta milioni di persone. Con l'arrivo dello shopping online, grandi offerte vengono proposte sui siti web. In America sono comunque molto diffusi i casi di persone che passano la notte davanti al negozio per avere le migliori offerte.
I consumi delle persone con disabilità
Nel quadro dipinto nell'articolo precedente, c'è un aspetto che non viene mai considerato: come vivono il Black Friday le persone con disabilità? Se si scava e si approfondisce il tema, si possono scoprire delle informazioni interessanti.
Partendo dagli aspetti negativi, secondo i dati Nielsen, solo l’1% delle pubblicità trasmesse in prima serata mostra persone con disabilità e, quando sono presenti, si tratta solo di prodotti farmaceutici o dispositivi medici. Inoltre, il 20% della popolazione mondiale ha una qualche forma di disabilità e, parlando di internet, il 98% dei siti non è accessibile, nonostante esistano leggi internazionali, europee ed anche italiane che impongono la conformità a certi requisiti.
Passando invece alle opportunità, ci si accorge subito di quanto sarebbe conveniente agire per rendere il Black Friday accessibile a tutti. Secondo marketresearch.com, le persone con disabilità rappresentano il terzo segmento di mercato in assoluto, dopo i baby boomer e le utenze più mature. Solo negli Stati Uniti, secondo lo US Census Bureau, parliamo di una fetta di mercato del valore di oltre il miliardo di dollari. Considerando anche i familiari, gli amici e le persone più vicine, si tratta di circa un trilione di dollari.
Le persone con disabilità si mostrano poi fortemente fedeli ai Brand da loro scelti (+75% rispetto al resto della popolazione). I dati Nielsen mostrano poi come, a seconda della disabilità, varino le abitudini di consumo. le persone con un ritardo dell’apprendimento hanno molto spesso un animale domestico e quindi una propensione molto alta ad acquistare cibo ad hoc. Le persone con difficoltà cognitive sono più tendenti a comprare cibi surgelati. E gli ipovedenti acquistano con frequenza cosmetici, mentre le persone non indipendenti sono più attratte dal tabacco.
Le persone con disabilità spendono poco, invece, in prodotti per bambini, succhi di frutta e drink e prodotti per i capelli.
Come rendere il Black Friday accessibile alle persone con disabilità
Per rendere il Black Friday accessibile anche alle persone con disabilità bisogna innanzitutto modificare la comunicazione. Va abbandonato l'atteggiamento pietista che circonda la rappresentazione della disabilità, andando in una direzione di normalizzazione e accettazione della stessa. Accettare la disabilità vuol dire infatti impegnarsi per far sì che questa sia davvero solo una condizione temporanea, ossia attuando le misure adeguate per dare a tutti le stesse possibilità.
Parlando invece del commercio online, una volta ribadito che il 98% dei siti web non è accessibile, bisogna interrogarsi su come agire per risolvere questo problema.
Il primo punto da considerare è che l'accessibilità non è una cosa univoca. Ha infatti un senso diverso per ogni persona, in quanto dipende dalla disabilità della persona stessa. Il 20% delle persone con disabilità hanno limitazioni di carattere motorio, l’8% difficoltà di visione, il 7% problemi uditivi, il 6% non sono autonomi, il 6% ha un ritardo cognitivo mentre il 3% ha una disabilità intellettuale.
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