Diritto al voto e persone con disabilità: facciamo chiarezza sul tema insieme all’Avv. Franco Lepore
In un agosto tutt’altro che placido, sui giornali è comparsa la notizia dell’apertura della campagna elettorale, con conseguente elezione del nuovo Governo. Torna dunque a farsi largo la domanda: e le persone con disabilità? Partendo dal presupposto che il voto deve essere libero e segreto, quali sono i diritti che le persone stesse possono agire in sede di voto? Come faranno a votare? Abbiamo deciso di discutere questo argomento con l’Avvocato Franco Lepore, libero professionista nel suo settore, Presidente Regionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti del Piemonte e socio fondatore della Federazione Italiana Disability Manager FED.MAN.
Grazie Avvocato della disponibilità. Può raccontarci come viene normato il diritto di voto per le persone con disabilità? Ci sono distinzioni tra tipologie di condizione (ad esempio, ciechi e ipovedenti o persone con disabilità motoria)?
Il diritto di voto è riconosciuto dall'art. 48 della Costituzione Italiana ed è qualificato come personale, eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un dovere civico.
Esistono precise indicazioni normative per favorire l'esercizio del diritto di voto da parte delle persone con disabilità. Le disposizioni vigenti forniscono indicazioni circa l'accessibilità dei seggi elettorali. In particolare, gli arredi della sala di votazione delle sezioni elettorali devono essere disposti in modo da permettere agli elettori non deambulanti di leggere il manifesto contenente le liste dei candidati, di votare in assoluta segretezza, nonché di svolgere anche le funzioni di componente di seggio o di rappresentante di lista e di assistere, ove lo vogliano, alle operazioni dell'ufficio elettorale. Inoltre almeno una cabina elettorale deve avere i seguenti requisiti: accessibilità alle carrozzelle; lista dei candidati affissa ad una altezza che consenta una agevole lettura; piano di scrittura con altezza di circa 80 centimetri; identificazione di tale cabina con affissione di apposita segnaletica.
Qualora la propria sezione elettorale sia inaccessibile, il disabile con ridotte o impedite capacità motorie può votare presso un'altra sezione, del proprio comune priva di barriere architettoniche. Tuttavia, nei comuni ripartiti in più collegi o in occasione dell'elezione degli organi circoscrizionali, la sezione scelta per la votazione deve appartenere al medesimo collegio o alla medesima circoscrizione, nei quali è compresa la sezione nelle cui liste l'elettore stesso è iscritto.
In applicazione di quanto previsto dal DPR n. 361/1957, sono da considerarsi "elettori fisicamente impediti", i ciechi, gli amputati delle mani, gli affetti da paralisi o da altro impedimento di analoga gravità”. Pertanto solo le persone con tali disabilità, e non con altre, possono esercitare il diritto di voto con l’assistenza di un elettore della propria famiglia o di un altro elettore, volontariamente scelto come accompagnatore. La legge n. 17/2003 ha precisato che non è necessario che l'elettore accompagnatore sia iscritto nelle liste elettorali dello stesso comune dell'assistito. L'unico requisito richiesto per l'accompagnatore dell'elettore disabile è quello dell’iscrizione nelle liste elettorali di un qualsiasi comune italiano.
Nel caso in cui la disabilità non sia evidente, oppure non sia nota al presidente di seggio, deve essere presentato uno specifico certificato rilasciato da medici designati dall’Azienda sanitaria locale. Tale documento deve precisare che l'infermità fisica impedisce all'elettore di esprimere il voto senza l'aiuto di altro elettore. Questi certificati devono essere rilasciati immediatamente, gratuitamente e in esenzione a qualsiasi diritto o applicazione di marche. Il certificato viene poi allegato agli atti della sezione elettorale. Nel caso dell'elettore cieco può essere esibito, quale documento probatorio, anche il libretto di pensione o il verbale rilasciato dall’INPS dal quale si può evincere la condizione di cecità.
Su richiesta dell’elettore disabile, corredata da idonea documentazione, l’annotazione del diritto al voto assistito può essere inserita direttamente nella tessera elettorale personale, a cura del Comune di iscrizione elettorale, mediante apposizione di un corrispondente simbolo o codice (AVD), nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di riservatezza personale.
Nessun elettore può esercitare la funzione di accompagnatore per più di un disabile. Sul certificato elettorale dell'accompagnatore viene apposta un'apposita annotazione dal presidente del seggio nel quale egli ha assolto tale compito.
L'art.29 della legge 104/1992 stabilisce che i Comuni debbano organizzare, in occasione di consultazioni elettorali, un servizio di trasporto per facilitare ai disabili il raggiungimento del seggio elettorale.
La Legge n. 22/2006, successivamente modificata dalla Legge n. 46/2009, ha previsto anche la possibilità del voto a domicilio per alcune categorie di persone affette da grave disabilità. In particolare, possono votare al proprio domicilio: gli elettori affetti da gravissime infermità tali che l'allontanamento dall'abitazione in cui dimorano risulti impossibile, anche con l'ausilio dei servizi di trasporto previsti dall’art. 29 della legge n. 104/1992, cioè siano “intrasportabili”; gli elettori affetti da gravi infermità che si trovino in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali tali da impedirne l’allontanamento dall’abitazione in cui dimorano.
Vuole dare un consiglio ai ragazzi e alle ragazze con disabilità alla loro prima esperienza di voto? Cosa devono fare nel caso in cui il Presidente di seggio non fosse adeguatamente preparato alla procedura del voto assistito?
Prima di tutto ricordo che l’esercizio del proprio diritto di voto rappresenta una forma di cittadinanza attiva poichè si contribuisce attivamente all’andamento della vita politica del nostro Paese. Può capitare che le ragazze e i ragazzi con disabilità, alla loro prima esperienza di voto, possano essere un po’ emozionati e impacciati all’ingresso nel seggio elettorale. Tuttavia devono essere consapevoli che la loro condizione di disabilità non deve pregiudicare in alcun modo il loro diritto di voto.
Purtroppo, ancora oggi, capita di imbattersi in alcuni Presidenti di seggio che non conoscono le procedure corrette per garantire il diritto di voto alle persone con disabilità. Questa impreparazione è dovuta da diversi fattori: formazione non adeguata, poca conoscenza della normativa che regola la materia, scarsa considerazione dei diritti delle persone con disabilità.
Quando si ha la sfortuna di incontrare un Presidente di seggio che oppone qualche resistenza, il mio invito è quello di insistere. Esibite con gentilezza la certificazione che attesta la vostra disabilità o la tessera elettorale con il simbolo AVD e spiegate, con pacatezza, le vostre ragioni, cercando di far comprendere al Presidente che il voto delle persone con disabilità è un diritto costituzionalmente garantito. Inoltre fate presente che l’esercizio di tale diritto è regolato da precise norme nazionali e da specifiche procedure. Infine, se le resistenze permangono, invitate il Presidente a informarsi prontamente presso gli Uffici Elettorali del Comune. Sono convinto che con un po’ di pazienza e con l’approccio giusto, anche i Presidenti di seggio più diffidenti vi consentiranno comunque di votare. Il ricorso alle Forze dell’Ordine deve rappresentare solo l’ultima soluzione.
Accessiway è convinta che il progresso tecnologico sia una delle chiavi per abbattere le diseguaglianze, insieme all’abbattimento delle cosiddette barriere culturali. Qual è il suo pensiero riguardo il voto elettronico? Non sarebbe il modo migliore per assicurare la segretezza del voto dei cittadini e le cittadine con disabilità?
Le nuove tecnologie hanno migliorato sensibilmente la vita delle persone con disabilità. Oggi, grazie a prodotti sempre più evoluti, le persone con disabilità possono compiere autonomamente una serie di azioni fino a qualche anno fa inimmaginabili.
Le tecnologie assistive rappresentano gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alle persone con disabilità, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici. Per esempio esistono svariati strumenti tecnologici che consentono a chi non vede o vede poco di poter leggere, scrivere, comunicare, informarsi, sottoscrivere documenti, il tutto in piena autonomia.
Oggi le nuove tecnologie potrebbero essere tranquillamente applicate nelle consultazioni elettorali. Il voto elettronico rappresenterebbe la soluzione ottimale per molti cittadini con disabilità, soprattutto per i ciechi e gli ipovedenti. L'esercizio del voto secondo questa modalità consentirebbe di leggere autonomamente la scheda elettorale (elenco dei candidati, partiti di appartenenza, quesiti referendari) e di espletare la propria scelta in piena libertà e senza l’aiuto di nessuno. Ovviamente ci sono importantissimi requisiti da rispettare come ad esempio la segretezza del voto, la privacy dell’elettore e la sicurezza dell’intera operazione. In ogni caso ritengo che oggi ci siano le condizioni e gli strumenti utili per predisporre il voto elettronico che però deve fare ancora i conti con molte resistenze. La prima barriera è rappresentata dalla normativa inadeguata che oggi non consente l’utilizzo del voto elettronico per le consultazioni elettorali. La seconda barriera è costituita dall’inadeguatezza di tutto l’apparato utilizzato nel corso delle elezioni che attualmente non è in grado di gestire efficientemente un sistema di voto elettronico. L’ultima barriera, forse la più difficile da abbattere, è quella culturale poichè gran parte dell’opinione pubblica non è ancora consapevole della condizione delle persone con disabilità e dell’esercizio dei loro diritti al pari degli altri cittadini.
E all’estero? Come funziona il voto per le persone con disabilità?
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata dall’Italia con la Legge n. 18/2009, all’art. 29 richiede espressamente agli Stati Parti di "assicurare che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di eguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti scelti liberamente, compreso il diritto e l'opportunità [...] di votare”. Inoltre la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ribadisce, nell'articolo 39, che tutti i cittadini dell'Unione godono del diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo.
In Europa è presente un variegato panorama normativo nazionale che disciplina il voto delle persone con disabilità. Purtroppo, ancora oggi, molti Stati ostacolano o privano il diritto di voto dei cittadini con disabilità. In particolare in alcuni Stati la legislazione nazionale non consente di cambiare il seggio elettorale assegnato in base alla residenza e di sceglierne un altro che possa essere più adeguato al tipo specifico di disabilità; in altri Paesi la partecipazione alle elezioni è resa difficile da una serie di vincoli presenti nei seggi elettorali; in alcuni Stati, chiunque non sia in grado di recarsi a un seggio elettorale non può votare, in quanto non è prevista una forma alternativa di voto (voto per corrispondenza, voto con urna elettorale mobile o voto elettronico). In 18 Stati membri dell’Unione Europea gli elettori non vedenti non hanno alcuna possibilità di votare in modo autonomo; essi possono solo affidarsi ad una persona di fiducia che esprime il voto a loro nome.
Lo scorso 29 marzo la Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione riguardante la proposta di una nuova Legge Elettorale dell’Unione Europea per garantire il diritto di voto a tutte le persone con disabilità, indipendentemente dalla loro capacità giuridica, e per obbligare gli Stati a migliorare l’accessibilità delle consultazioni elettorali. La decisione finale spetta agli Stati membri in seno al Consiglio Europeo. Purtroppo ci vorrà ancora molto tempo, ma mi auguro che questa nuova legge elettorale venga adottata al più presto per garantire a milioni di persone europee con disabilità di esercitare pienamente il loro diritto di votare al pari di tutti i cittadini.
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