ESG e report di sostenibilità: una piccola panoramica
Un tema sempre più presente nei dibattiti che riguardano aziende e governi è quello della sostenibilità, una parola che, come tutte le mode, finisce per essere utilizzata sempre di più, svuotandola alle volte del suo significato. Ufficialmente il termine “sostenibilità” significa “soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura”. Un richiamo ad una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni, dunque, ma anche uno stimolo al cambiamento, alle volte radicale, che mette in discussione molte delle decisioni e dei processi consolidati da anni se non da decenni. E’ stato del tutto evidente quando si è trattato di iniziare una discussione sul tema dell’ambiente che, per certi versi è quello meno problematico, ma le discussioni sono ancora più che aperte per quanto riguarda l’area sociale di queste tre parole della sostenibilità, tutte e tre importantissime.
Facciamo un passo in dietro, quali sono queste tre parole?
- Sostenibilità ambientale: il focus è ovviamente orientato alla Terra e a ciò che essa può fornire. La produzione costante degli ultimi secoli ha fatto sì che non fosse più scontato poter contare su aria e acqua pulita e ha posto molti altri interrogativi e preoccupazioni per il futuro. La sostenibilità ambientale ha moltissimi cardini ed obiettivi, che vanno dal cambiamento della produzione di plastiche all’economia circolare. L’obiettivo ultimo è la sopravvivenza e l’equilibrio degli ecosistemi.
- Sostenibilità sociale: riguarda la possibilità di sicurezza, uguaglianza e medesime possibilità di tutti gli abitanti della terra, indipendentemente dalle loro condizioni e dalle loro caratteristiche. La possibilità di esprimersi, proteggersi, autoaffermarsi indipendentemente dalle loro caratteristiche personali.
- Sostenibilità economica: rappresenta l’unione del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. La possibilità di contare su risorse sostenibili e l’abbassamento delle disuguaglianze sociali fanno sì che ci siano meno differenze economiche, in particolare nella possibilità di condurre una vita dignitosa e senza privazioni.
Sostenibilità sociale e accessibilità digitale
Dopo aver fatto chiarezza, diventa lampante come l’accessibilità digitale rappresenti un doppio binario per contribuire a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. L’accessibilità digitale dà infatti modo alle persone di poter usufruire di servizi senza spostamenti o utilizzo di carta (di per sé comportamenti più sostenibili), inoltre in molti casi l’uso del digitale è l’unica via per usufruire di servizi in maniera autonoma senza dover chiedere aiuto a terzi è proprio attraverso il digitale che, di conseguenza, deve essere accessibile. Prendiamo l’esempio della presentazione di una domanda su un portale online, esso rappresenta l’alternativa al doversi recare fisicamente presso l’ufficio competente per fare la stessa cosa. Una persona con disabilità motoria o visiva sarebbe enormemente supportata da questo. Ciò rappresenta, di fatto, il secondo binario per la sostenibilità in questo caso sociale dell’accessibilità digitale.
La legislazione che va incontro agli obiettivi di sostenibilità
Per il mondo delle imprese l’impatto principale riguardante il tema della sostenibilità è determinato dalla sua misurazione. Il principio è quello di rendere disponibili all’esterno le informazioni, il più possibile misurabili, relative alle azioni che l’azienda ha fatto ed intende fare nel futuro sui temi della sostenibilità. Il documento che racconta tali azioni è il bilancio di sostenibilità.
In Europa è la Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD (Direttiva 2022/2464) a normare e regolare tale reportistica. In generale sono obbligate a redigere il bilancio di sostenibilità tutte quelle aziende che abbiano almeno 250 dipendenti e che abbiano avuto ricavi netti delle vendite uguale o superiore a 50 milioni di euro. Con il passare del tempo la forbice diviene sempre più stretta, passando all’obbligatorietà del bilancio anche per quelle aziende che abbiano tra gli 11 e i 250 dipendenti e ricavi di vendita netti superiori a 900.000 euro. Il bilancio deve raccontare le azioni che l’azienda ha messo in atto dal unto di vista ambientale, sociale e della governance una descrizione degli organi di controllo che si occupano della verifica dei contenuti del bilancio. L’Unione Europea ha messo a disposizione delle tabelle di rendicontazione utili per effettuare il bilancio e pubblicherà alcune tabelle semplificate per le piccole e medie imprese che rientreranno in futuro tra i soggetti obbligati alla pubblicazione del bilancio di sostenibilità.
In conclusione, possiamo affermare che gli obiettivi di sostenibilità abbracciano moltissimi aspetti delle vite di tutti e tutte noi e soprattutto del mondo economico e produttivo. Nel nostro mondo Occidentale sono anche le imprese tra coloro che diffondono valori e ad avere un impatto diretto su temi così ampi e impattanti come l’ambiente, l’economia e il sociale. Tuttavia se è vero che è piuttosto facile misurare l’impatto delle azioni che vengono svolte per migliorare l’ambiente (ad esempio con la riduzione di emissioni) la grande sfida dell’immediato futuro riguarderà la misurazione dei progetti e delle azioni che intendono avere un impatto sociale. Trattandosi di persone e del loro benessere, le variabili divengono molteplici e non basta individuare degli indicatori di impatto per dare una reale misurazione del valore effettivo delle azioni che vengono intraprese. Chi scrive ipotizza che verranno diffusi nuovi modelli per la misurazione che non terranno conto solo della componente numerica ma che verranno presi in considerazione anche altri fattori non misurabili.
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