Handbike: come funziona la bici con cui si pedala con le braccia
Le handbike sono delle bici rivoluzionarie, simbolo dell’accessibilità. Consentono infatti anche alle persone con particolari disabilità motorie di andare in bici, senza che le limitazioni fisiche diventino una limitazione alla qualità della vita. Andare in bicicletta è un piacere che non andrebbe negato a nessuno. Scopriamo quindi come funziona l’handbike, la bici con cui si pedala con le braccia.
La storia della handbike
La handbike affonda le sue radici molto indietro nella storia: 366 anni fa, nel 1655. Il geniale inventore è Stephen Farfler, orologiaio rimasto paralizzato a 22 anni a causa di un incidente. La sua volontà di mantenersi autonomo lo spinge ad ingegnarsi e arriva a realizzare un primo modello di handbike.
Come si nota dall’immagine, si trattava in realtà di un prototipo a metà tra una sedia a rotelle e una bici a braccia. Ad ogni modo, questo mezzo di trasporto consentiva a Stephen di mantenere la sua autonomia. Negli anni l’invenzione venne accantonata, anche a causa della scarsa considerazione di cui godevano le persone con disabilità in epoca premoderna.
Solo con l’arrivo del secolo scorso e con le intuizioni del medico Ludwig Guttman si riuscirà a valorizzare lo sport per le persone con disabilità. Vedendo infatti i benefici ricevuti dai pazienti del National Spinal Injuries Centre dell’ospedale Stoke Mandeville nasceranno le moderne Paralimpiadi. Ma questa è un’altra storia, di cui abbiamo parlato nel dettaglio in questo articolo.
La prima federazione di handbike vide la luce solo nel 2001, con Austria, Belgio, Germania, Olanda, Francia e Svizzera a farne parte. Un’associazione di natura simile era già nata nel 1998 negli USA. Nel 2004, divenne disciplina olimpica, portando quindi fondi e interesse per uno sviluppo tecnologico.
Come funziona la handbike
Wikipedia definisce la handbike come “un particolare tipo di velocipede, che si muove tramite delle manovelle mosse grazie alle braccia umane”. Di solito sono strutturate su tre ruote, due posteriori e una anteriore, in modo da garantire notevole stabilità al mezzo.
Il sedile si trova sul telaio, così che la persona possa posizionarsi sdraiata o seduta a seconda del tipo di mezzo. A differenza della bici tradizionale, la handbike è a trazione anteriore, dato che la catena è collegata alla ruota unica anteriore. Per la stessa ragione, il pacco pignoni è anteriore, mentre la corona grande è posteriore.
Solo anteriori sono anche i freni, anche qui per ragioni di stabilità del mezzo. Tuttavia, anche questa soluzione, che ad oggi è la migliore, presenta pericoli in caso di frenate brusche.
La handbike alle Paralimpiadi
Nel paraciclismo esistono quattro categorie:
- Handcycle, con le categorie da H1 ad H4 in posizione sdraiata e la H5 inginocchiati;
- Tricycle, per gli atleti che non possono maneggiare una bici da corsa a causa di spasticità, atassia, atetosi e distonia.
- Cycle, con bici da corsa modificate;
- Tandem, per ipovedenti e non vedenti.
La handbike, nello specifico, esordì nel 2004, alle Olimpiadi di Atene. In quella edizione vennero assegnate solo quattro medaglie d’oro, con due gare su strada e due a cronometro.
Con le Olimpiadi di Pechino 2008, le medaglie assegnate raddoppiarono, dato che si aggiunsero le stesse gare anche per le donne. Con l’argento nella cronometro ottenuto da Vittorio Podestà, l’Italia ricevette la sua prima medaglia olimpica nella handbike.
La consacrazione italiana arriva però nel 2012 grazie ad Alex Zanardi, che vince due medaglie d’oro e una d’argento. In questa edizione si aggiunsero altre quattro competizioni, fra cui la staffetta mista. A Rio 2016 l’Italia domina il medagliere, includendo la spettacolare vittoria di Zanardi-Podestà-Mazzone, che nella gara a squadre rifilano 47 secondi agli USA medaglia d’argento.
Lo stesso successo viene confermato a Tokyo 2020, con Paolo Cecchetto, Luca Mazzone e Diego Colombari che trionfano, dedicando la vittoria ad Alex Zanardi vittima di un grave incidente proprio a bordo della handbike. A questo si aggiunge l’argento di Mazzone nella prova in linea e il bronzo di Katia Aere nella categoria H5.
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