I Core Web Vitals sono un insieme di metriche definite da Google per valutare in modo concreto la qualità dell’esperienza offerta da un sito web, misurando aspetti come la velocità di caricamento, la reattività e la stabilità degli elementi sullo schermo. L’idea di fondo non consiste soltanto nell’analizzare quanto un sito sia veloce dal punto di vista meramente tecnico, ma nel comprendere se chi naviga può effettivamente interagire con i contenuti senza ritardi o inconvenienti dovuti a spostamenti improvvisi. Questa impostazione nasce per mettere l’utente al centro dell’ottimizzazione, tenendo conto di fattori reali come connessioni lente, dispositivi meno performanti o browser con impostazioni personalizzate.
I parametri principali sono tre. Il Largest Contentful Paint (LCP) misura il tempo necessario per rendere visibile l’elemento principale presente nella finestra di visualizzazione, come un’immagine di grandi dimensioni o un blocco di testo considerevole. Il First Input Delay (FID) valuta la reattività di una pagina, ossia il ritardo fra il primo comando impartito (ad esempio un click) e la risposta del browser. Il Cumulative Layout Shift (CLS) prende in esame gli spostamenti inaspettati degli elementi, fenomeno che può rendere poco confortevole la navigazione se, mentre l’utente sta per cliccare su un link o su un bottone, l’oggetto si sposta altrove sullo schermo. Google ha individuato soglie precise per ognuno di questi parametri, consigliando di mantenere il LCP al di sotto di 2,5 secondi, il FID inferiore a 100 millisecondi e il CLS vicino allo zero.
L’ottimizzazione dei Core Web Vitals ha un impatto diretto sull’accessibilità digitale. Se una pagina carica troppo lentamente l’elemento più grande, chi utilizza tecnologie assistive o dispone di una connessione limitata rischia di trovarsi di fronte a una pagina vuota o non ancora pronta per molto tempo. Un ritardo significativo nel primo input può disorientare le persone che si servono di tastiere alternative, software di riconoscimento vocale o altre soluzioni indispensabili per la navigazione. Allo stesso modo, un layout che cambia inaspettatamente rende difficoltoso mantenere il focus visivo o selezionare l’elemento desiderato, soprattutto per chi ha disabilità visive e utilizza ingrandimenti o screen reader. Ridurre al minimo questi problemi significa creare un ambiente più inclusivo, in cui ogni utente, indipendentemente dalle proprie caratteristiche o dal dispositivo utilizzato, riesce a fruire dei contenuti in modo fluido e senza frustrazioni.
Google ha deciso di premiare i siti che mostrano buone performance rispetto ai Core Web Vitals, influenzando quindi il posizionamento nei risultati di ricerca. Questa scelta incoraggia chi progetta e gestisce pagine web ad adottare soluzioni tecniche in grado di migliorare la velocità di caricamento, la reattività e la stabilità del layout. Strumenti come Lighthouse, PageSpeed Insights o i rapporti dedicati nella Google Search Console forniscono dati numerici e suggerimenti pratici per identificare criticità e aree di miglioramento, ad esempio immagini troppo pesanti, codice non ottimizzato o script che impediscono una buona reattività. Apportare modifiche in base alle segnalazioni di questi strumenti non solo consente di migliorare il ranking, ma offre un notevole vantaggio agli utenti: navigare su un sito più efficiente e accessibile.
Le metriche definite da Google, in sinergia con le best practice delle Web Content Accessibility Guidelines (WCAG), tracciano una via chiara verso la progettazione di un web più equo, dove le persone non si trovino escluse a causa di barriere digitali. Per chi non conosce nulla dell’argomento, è importante capire che i Core Web Vitals non sono un semplice elenco di performance da rincorrere, ma rappresentano un cambio di prospettiva: il sito si valuta e si ottimizza pensando prima di tutto alle esigenze dell’utente reale. Se un elemento si carica in modo rapido, se il click o il tocco vengono recepiti senza ritardi e se la pagina non si modifica improvvisamente mentre si sta interagendo, l’esperienza risulta molto più soddisfacente per chiunque. In questo senso, l’attenzione verso i Core Web Vitals è la naturale evoluzione di un approccio in cui la qualità del servizio e l’inclusività procedono di pari passo, garantendo che nessuno sia lasciato indietro a causa di limiti tecnici o di progettazione.
Assicurarsi che i valori di LCP, FID e CLS siano in linea con le soglie raccomandate da Google porta benefici trasversali. Da un lato, aiuta i proprietari di siti a essere premiati dal motore di ricerca, con conseguenze positive sulla visibilità e sul traffico. Dall’altro, migliora concretamente la vita delle persone, che possono accedere ai contenuti senza imbattersi in ostacoli inutili. L’aspetto più importante è proprio la riduzione delle barriere: caricare in fretta l’elemento principale di una pagina, rispondere prontamente a un comando e garantire che testi e immagini restino al loro posto sono soluzioni che vanno oltre le semplici performance, poiché si traducono in un vero progresso verso un ambiente digitale in cui ogni persona, con abilità e bisogni diversi, possa trovare uno spazio davvero inclusivo e privo di barriere.
"Grazie alla partnership con AccessiWay, aggiungiamo così un importante tassello verso una maggiore inclusività, offrendo la massima accessibilità al nostro sito web e a tutti i suoi contenuti”
Corporate Communications Director di Campari Group