Sono fermo ma mi muovo! Integrazione di Ausili per la Mobilità nella Vita Quotidiana
Lo standard internazionale ISO 9999 definisce ausilio “… qualsiasi prodotto, strumento, attrezzatura o sistema tecnologico di produzione specializzata o di comune commercio, utilizzato da una persona disabile per prevenire, compensare, alleviare o eliminare una menomazione, disabilità o handicap…”; il poliziotto Enrico Montesano, invece, in un suo famoso film chiamava Ausilio e gli veniva proposto un collega che si chiamava così... Questione di punti di vista? No, questione di diritti.
Una persona con disabilità, generalmente, viene vista come una persona che non ha necessità di muoversi; uno stereotipo che sta pian piano perdendo diffusione nella società civile, ma che ogni tanto rigurgita: «tanto, a cosa gli serve...? Quello sta in carrozzina (oppure è cieco, ndr) mica va in vacanza!». Essere una persona con disabilità non significa stare fermo, tantomeno immobile a causa di una condizione; l'abbiamo detto tante volte: è l'ambiente che può e deve essere modificato creando di fatto parità di diritti.
La mobilità è un diritto umano fondamentale - come tanti altri che abbiamo enunciato in questo blog -, e per coloro che affrontano sfide quotidiane per la mobilità, gli ausili diventano non solo un supporto, ma una necessaria estensione della libertà personale. L'integrazione di ausili per la mobilità nella vita quotidiana non è soltanto una questione di funzionalità, ma di indipendenza e dignità. Nel nostro viaggio verso l'Accessibilità Universale, è cruciale riconoscere che gli ausili per la mobilità non sono più semplici dispositivi aggiuntivi, ma parte integrante dell'esistenza di molte persone. Questo include una vasta gamma di soluzioni, dalle sedie a ruote elettroniche e scooter per la mobilità, ai moderni esoscheletri e alle tecnologie assistive innovative che promettono una nuova era di autonomia per gli utenti. Quali? Siamo appena entrati XXI secolo, e già abbiamo protesi intelligenti di arti che utilizzano sensori e AI per adattare il loro movimento alle azioni dell'utente, rendendo i movimenti più naturali e intuitivi; sistemi di navigazione GPS per persone ipovedenti o cieche con applicazioni che forniscono indicazioni stradali audio e vibrazioni per assistere durante il movimento in spazi aperti; adattamenti ultratecnologici che permettono di guidare un'automobile anche ad una persona tetraplegica. Soluzioni, come quest'ultima, che spesso poi vengono utilizzate anche nel mondo “normale” (vedi le nuove frontiere della guida assistita)
La barrier-free web experience, assume quindi una nuova dimensione di fondamentale importanza: un’App per la prenotazione di trasporti accessibili non può che essere anch'essa pienamente fruibile. Il web poi, non solo offre informazioni sugli ultimi sviluppi in termini di ausili per la mobilità, ma diventa anche una piattaforma di acquisto accessibile e-commerce per questi stessi dispositivi, permettendo agli utenti di ricercare, confrontare e acquistare gli ausili di cui hanno bisogno. Le interfacce utente adattive non si limitano a schermi e software, ma possono includere l'interazione tra gli ausili per la mobilità e l'ambiente costruito. La domotica, per esempio, può essere sincronizzata con dispositivi di mobilità, consentendo alle porte di aprirsi automaticamente o agli ascensori di essere chiamati con un semplice comando vocale o tramite App.
Quando provocatoriamente diciamo "sono fermo ma mi muovo", parliamo della resilienza e dell'ingegnosità umana, e della capacità collettiva di creare innovazioni che abbraccino ogni individuo della società. Queste soluzioni devono essere sempre pensate secondo il principio dell’Universal Design, altrimenti qualcuno sicuramente rimarrà - suo malgrado - immobile.
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