Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha rappresentato una svolta epocale nella tutela della privacy dei cittadini europei, imponendo nuove responsabilità alle aziende e alle organizzazioni nella gestione dei dati personali. In Italia, il GDPR è stato integrato dal Decreto Legislativo n. 196/2003, noto come Codice della Privacy, modificato dal D.Lgs. n. 101/2018 per adeguarsi pienamente alle disposizioni europee. Tuttavia, quando si parla di dati appartenenti a persone con disabilità, sorgono dubbi sulla reale efficacia delle misure adottate per garantirne la protezione e sulla consapevolezza che enti e aziende hanno di questo delicato argomento.
Le persone con disabilità spesso devono condividere dati estremamente sensibili relativi alla loro condizione, necessari per accedere a servizi digitali e supporti tecnologici inclusivi. Queste informazioni possono riguardare specifiche esigenze sanitarie, limitazioni motorie o sensoriali e dettagli privati che meritano particolare attenzione e riservatezza. Il trattamento di tali dati, definiti "particolari" dal GDPR, non solo deve rispettare regole specifiche ma richiede misure di protezione rafforzate e consapevolezza della vulnerabilità specifica di questi utenti.
Nonostante ciò, non sempre i sistemi di raccolta e trattamento dei dati sono progettati tenendo in debita considerazione delle esigenze di sicurezza e riservatezza delle persone con disabilità. Applicazioni mobili, siti web, software, hardware e servizi digitali destinati a utenti con esigenze specifiche possono presentare vulnerabilità significative che mettono a rischio informazioni riservate. Alcune tecnologie assistive potrebbero raccogliere e archiviare dati personali e sanitari in maniera non sufficientemente protetta, esponendo le persone con disabilità a possibili violazioni della loro privacy.
In ambito lavorativo, ad esempio, la gestione dei dati relativi ai permessi ex lege 104/92, che consentono ai lavoratori di assistere familiari con disabilità, ha sollevato questioni sulla riservatezza. Il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha evidenziato come riferimenti espliciti alla legge 104/92 possano violare la privacy dei dipendenti, suggerendo modalità più discrete nella gestione di tali informazioni.
La crescente digitalizzazione dei servizi pubblici e privati pone ulteriori sfide. L'accessibilità digitale, ovvero la possibilità per tutti gli utenti, indipendentemente dalle loro caratteristiche, di fruire dei contenuti online, è diventata un requisito essenziale. L'European Accessibility Act (EAA), che entrerà pienamente in vigore il 28 giugno 2025, impone alle aziende di garantire che i loro prodotti e servizi digitali siano accessibili, non solo per favorire l'inclusione ma anche per proteggere efficacemente i dati personali delle persone con disabilità.
Inoltre, il GDPR impone alle aziende e agli enti di informare chiaramente gli utenti su come verranno trattati i loro dati personali. Questo obbligo risulta particolarmente critico per utenti con disabilità, che potrebbero incontrare barriere di comprensione o accessibilità nelle informative stesse. Troppo spesso, infatti, le informative sulla privacy sono presentate in formati complessi o non accessibili, risultando inutilizzabili per chi ha necessità specifiche, come persone con disabilità cognitive o visive.
È quindi essenziale che aziende e istituzioni sviluppino approcci più consapevoli e inclusivi per la gestione dei dati personali degli utenti con disabilità. Questo implica non solo rispettare le prescrizioni normative, ma anche adottare un approccio proattivo con misure tecniche e organizzative adeguate, formazione specifica del personale e tecnologie avanzate per garantire sicurezza e accessibilità.
Investire nella protezione dei dati personali delle persone con disabilità non rappresenta soltanto una responsabilità normativa, ma una scelta strategica e culturale fondamentale. Solo attraverso un impegno concreto che coniughi conformità legale, innovazione tecnologica e sensibilità sociale sarà possibile garantire un ambiente digitale realmente inclusivo e sicuro per tutti.
"Grazie alla partnership con AccessiWay, aggiungiamo così un importante tassello verso una maggiore inclusività, offrendo la massima accessibilità al nostro sito web e a tutti i suoi contenuti”
Corporate Communications Director di Campari Group