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Marco Sicbaldi

Sanità accessibile, diritto da rinnovare: comunicazione, innovazione e territorio al centro del dibattito pubblico

Sanità pubblica tra diritti, disuguaglianze e innovazione: verso un accesso davvero equo

Una sanità pubblica, gratuita e universale: così la Costituzione italiana immagina l’accesso alle cure per tutte le persone. Ma oggi, nel 2025, quel principio rischia di rimanere più sulla carta che nella realtà. Le disuguaglianze territoriali, la digitalizzazione ancora incompleta e le barriere — fisiche, culturali e comunicative — rendono il diritto alla salute un obiettivo ancora lontano per una parte significativa della popolazione.

Questo tema è stato recentemente affrontato in due appuntamenti istituzionali di rilievo: la terza edizione degli Stati Generali della Comunicazione per la Salute, promossa da Federsanità ANCI, e la presentazione del numero monografico “Sanità senza barriere” di Parlamento Magazine, svoltasi alla Camera dei Deputati su iniziativa dell’onorevole Luciano Ciocchetti (FdI).

Due occasioni distinte, ma complementari, che hanno posto al centro una domanda fondamentale: come rendere il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) davvero accessibile, equo e vicino alle persone?

Una nuova grammatica della salute

Il 16 gennaio 2025, presso il Roma Convention Center – La Nuvola, si è svolta la terza edizione degli Stati Generali della Comunicazione per la Salute, promossa da Federsanità ANCI. All’evento hanno partecipato oltre 200 professioniste e professionisti del settore sanitario, della comunicazione istituzionale, della pubblica amministrazione e del mondo accademico. L’obiettivo: costruire una comunicazione sanitaria più efficace, chiara e inclusiva, capace di superare la frammentazione informativa e contrastare le narrazioni distorte (Federsanità ANCI, 2025).

«Abbiamo bisogno di una comunicazione che rafforzi il legame tra cittadine, cittadini e il SSN», ha affermato Tiziana Frittelli, presidente di Federsanità. «Comunicare la salute non significa solo trasmettere dati, ma costruire fiducia e promuovere consapevolezza».

Tra i temi centrali: l’uso dei social network da parte delle istituzioni, l’accessibilità linguistica per le persone migranti e la necessità di formare professionisti specializzati nella comunicazione pubblica della salute, come previsto dalla legge 150/2000.

“Sanità senza barriere”: diritti, accesso e territorio

L’accessibilità è stata anche al centro della presentazione del quinto numero di Parlamento Magazine, dal titolo Sanità senza barriere – Accesso, digitalizzazione, prossimità. L’incontro, tenutosi alla Camera dei Deputati, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, esperti ed esponenti del mondo sanitario e accademico (Parlamento Magazine, 2025).

«Il futuro della sanità italiana si gioca sulla prossimità e sull’equità», ha sottolineato l’onorevole Luciano Ciocchetti. «Serve rafforzare la medicina territoriale, investire nelle aree interne e usare le tecnologie per raggiungere tutte e tutti, ovunque».

Durante l’evento si è discusso del ruolo delle case della comunità, dei nuovi modelli di telemedicina e dell’integrazione tra sistemi sociosanitari e educativi, soprattutto per le persone con disabilità o bisogni complessi.

Le disuguaglianze invisibili

Oltre alla comunicazione e alla prossimità, resta cruciale il nodo delle disuguaglianze. Secondo l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana, analizzando i dati del Global Burden of Disease 2021, emergono differenze significative tra le regioni italiane in termini di salute, speranza di vita e qualità dei servizi. La Toscana, ad esempio, risulta tra le più virtuose, mentre in altre aree del Paese le persone vivono meno e con minore benessere (ARS Toscana, 2024).

Anche il Dipartimento di Epidemiologia del Lazio evidenzia come i determinanti sociali — come reddito, istruzione e condizioni abitative — influenzino profondamente la salute. Chi si trova in una posizione socioeconomica svantaggiata ha un rischio maggiore di rinunciare alle cure, spesso per ragioni economiche o logistiche (DEP Lazio, 2023).

Innovazione e aree interne: tra opportunità e ostacoli

La digitalizzazione è spesso indicata come la chiave per superare molte delle barriere esistenti. Il Piano “Italia Digitale 2026” prevede investimenti in Fascicolo Sanitario Elettronico, telemedicina e interoperabilità tra sistemi (Innovazione.gov.it, 2024). Tuttavia, perché questi strumenti siano davvero inclusivi, è necessario colmare il digital divide: garantire accesso a internet, competenze digitali e supporto alle persone meno esperte di tecnologia.

Durante un recente convegno organizzato da TrendSanità, è stato sottolineato che le comunità delle aree interne e montane possono beneficiare della sanità digitale solo se questa viene progettata insieme ai territori, in modo partecipato e non calato dall’alto (TrendSanità, 2025).

Accessibilità digitale: una questione di diritti

Molte piattaforme digitali in ambito sanitario — dai siti per le prenotazioni alle app del Fascicolo Sanitario Elettronico — presentano ancora gravi criticità. Interfacce complesse, mancanza di versioni semplificate e assenza di strumenti per persone con disabilità sensoriali, cognitive o motorie, rischiano di escludere chi ha più bisogno di accesso facilitato.

Il Rapporto AGID 2023 sull’accessibilità ICT evidenzia che molte amministrazioni pubbliche non sono ancora pienamente conformi alla Legge 4/2004 (Legge Stanca), che impone requisiti di accessibilità per siti e app della PA. In particolare, risultano spesso assenti il rispetto delle linee guida WCAG 2.1, strumenti di navigazione assistita e contenuti multilingue (AGID, 2023; Legge 4/2004; WCAG 2.1).

Rendere le tecnologie sanitarie davvero accessibili significa adottare un design universale, pensato fin dall’inizio per includere tutte le persone, senza lasciare nessuno indietro.

Le priorità delle nuove generazioni

E i giovani, come immaginano il futuro della sanità? Secondo un’indagine riportata da PopScience, il 45,9% delle persone tra i 18 e i 35 anni percepisce forti disuguaglianze geografiche nella qualità dei servizi. Le priorità evidenziate includono una sanità più umana, innovativa, preventiva e radicata nei territori (PopScience, 2024).

La salute è un diritto, ma per troppe persone l’accesso ai servizi resta una sfida quotidiana. Costruire una sanità davvero accessibile significa guardare oltre gli ospedali, investire nella prossimità, nell’innovazione e in una comunicazione che ascolti, non solo informi. Ma soprattutto significa riconoscere che nessuna riforma sarà sufficiente senza un impegno collettivo per una salute come bene comune.

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