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Redazione

Comunicazione inclusiva: le linee guida dei giornalisti

Un'approccio giornalistico alla comunicazione inclusiva

Analizziamo un bellissimo documento: La guida "Comunicare la Disabilità", pubblicata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti

La disabilità non è una caratteristica isolante, ma il risultato di un'interazione complessa tra persone e ambiente. La sfida per i comunicatori e i giornalisti è superare gli stereotipi e valorizzare le persone. La guida "Comunicare la Disabilità", pubblicata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, affronta con profondità un tema cruciale: il linguaggio come strumento per abbattere barriere. Il documento sottolinea l'importanza di mettere al centro la persona, rispettando la sua dignità e evitando etichette riduttive. ‘’Le parole sono importanti’’ diceva Nanni Moretti, ‘’hanno un peso’’, diciamo noi; termini come "handicappato" o "ritardato" sono stati superati, sostituiti da "persona con disabilità", un'espressione che pone l’accento sull’individuo e non sulla sua condizione. Il linguaggio evoluto si allinea con i principi della Convenzione ONU del 2006, che definisce la disabilità come un rapporto sfavorevole tra la persona e un ambiente non inclusivo.

Il 20% della popolazione globale vive una condizione di disabilità. In Italia, sono quasi 13 milioni le persone che affrontano quotidianamente barriere fisiche e culturali. La guida invita i comunicatori a non cadere nel pietismo o nell'eroismo, evitando narrazioni che riducono la persona alla sua disabilità. La comunicazione corretta abbatte pregiudizi. La guida suggerisce di evitare immagini e termini che enfatizzano le difficoltà o riducono la persona a un simbolo di sofferenza. Il rispetto passa anche dall'uso di immagini equilibrate e da un tono neutro, che valorizza la persona nella sua interezza. Il futuro della comunicazione sulla disabilità si basa su un principio semplice ma potente: ogni persona ha abilità uniche da offrire. Come sottolineato da Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano, “Non bisogna aver paura delle differenze: arricchiscono l’umanità.”

In una società sempre più interconnessa, la comunicazione accessibile non è un'opzione, ma una necessità. Il modo in cui parliamo, scriviamo e ci esprimiamo ha il potere di includere o escludere, di abbattere barriere o di crearle, di aumentare la tua visibilità o di oscurarti. La vera accessibilità non riguarda solo l'aspetto tecnico ma anche quello “umano”, sociale: il rispetto per le diversità e la capacità di progettare messaggi che parlino a tutti. Connessioni Sociali si distingue per la sua capacità di unire tecnologia, empatia e strategia, offrendo soluzioni che rendono la comunicazione un ponte, non un ostacolo.  La comunicazione accessibile significa progettare contenuti che possano essere compresi, utilizzati e apprezzati da tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche, sensoriali o cognitive. La febbre condizione non può essere un ostacolo; anzi, deve essere un valore aggiunto dopo poter in qualche modo valorizzare. Questo non riguarda solo le persone con disabilità, ma tutti noi: pensiamo a chi si trova in ambienti rumorosi, a chi parla una lingua diversa dalla nostra o a chi ha competenze digitali limitate.

Il linguaggio è uno strumento potente. Termini come “persona cieca o non vedente” invece di “cieco” o “persona con disabilità” invece di “disabile” pongono l’accento sulla persona, come abbiamo detto, non sulla sua condizione o peggio sulla sua “malattia”. È importante usare un linguaggio rispettoso e neutro, evitando stereotipi o etichette che possano ridurre la dignità di chi ci legge o ascolta.

Per rendere la comunicazione davvero inclusiva, è necessario prestare attenzione a diversi aspetti. Una comunicazione accessibile parte da un testo ben strutturato:

  • Titoli descrittivi che anticipano il contenuto del paragrafo.
  • Frasi brevi e semplici, senza eccessivi tecnicismi o metafore complesse.
  • Elenchi puntati o numerati per semplificare la lettura e favorire la comprensione.

Un esempio efficace è la scelta delle immagini: raffigurare persone con disabilità non come “eroi” o “vittime”, ma come individui che vivono la loro quotidianità. Le immagini devono raccontare la diversità senza stereotipi. Comunicare la disabilità non è solo una questione linguistica, ma un impegno culturale. È un invito a vedere la persona oltre la disabilità, a costruire un mondo in cui ogni individuo possa vivere e contribuire senza barriere. La guida "Comunicare la Disabilità" rappresenta un faro per chi desidera una società più inclusiva e rispettosa. Scaricatela!

La guida "Comunicare la Disabilità. Prima la persona" è stata curata dai giornalisti Antonio Giuseppe Malafarina, Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani. Il progetto è stato promosso e ideato dal Coordinamento per le pari opportunità dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti. L'opera è dedicata ad Antonio Giuseppe Malafarina, che ha contribuito con entusiasmo fino al suo ultimo giorno di vita, l'11 febbraio 2024.

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