Esempi virtuosi di accessibilità: la storia di Spazio Kor
Spesso, tra le pagine di questo blog, emerge quanto la disabilità sia innanzitutto un tema che riguarda le persone in ogni sfaccettatura della vita che ognuno e ognuna di noi vive. Tra queste sfaccettature troviamo anche il mondo del teatro che forse più di altri ambiti richiede che l’accessibilità venga implementata innanzitutto all’interno degli spazi teatrali (davanti e dietro le quinte) ma anche per il contenuto stesso dell’opera teatrale che viene rappresentata per tutti i tipi di pubblico. Spazio Kor in questa intervista ci racconta la sua storia e le sfide che affronta ogni giorno nell’aver creato uno spazio inclusivo ed attento all’accessibilità all’interno di una provincia che ha evidentemente molto da dire e da raccontare. Tramite le parole di Francesca ed Elisabetta scopriamo insieme questo importante esempio di sfida per l’accessibilità non certo scontata.
- Ci raccontate qualcosa della vostra realtà? Quando siete nati e come siete cresciuti negli anni?
Nel cuore di Asti, l'Associazione CRAFT ETS ha dato vita nel 2016 a Spazio Kor, un progetto che ha trasformato la chiesa barocca sconsacrata di San Giuseppe in un centro culturale innovativo. L’associazione, nata nel 2014 da un gruppo di operatori culturali astigiani, ha voluto creare un luogo dove teatro contemporaneo e sperimentazione si incontrano per offrire al pubblico un'esperienza diversa dalle tradizionali programmazioni.
Spazio Kor non è solo un teatro, ma un vero e proprio laboratorio di idee e partecipazione. Qui si lavora per costruire una comunità attorno a una visione contemporanea del teatro, avvicinando il pubblico al "dietro le quinte" e ai processi creativi che rendono magico il mondo delle arti performative. L’obiettivo è chiaro: rendere il teatro accessibile, non solo in termini di inclusione fisica e sensoriale, ma anche come spazio di interazione e dialogo tra artisti e spettatori.
L’essenza partecipativa del progetto è evidente fin dalle sue origini. Il nome "Spazio Kor" è stato scelto dal pubblico durante l’evento inaugurale, un'esperienza interattiva che ha messo al centro la creatività e il coinvolgimento diretto delle persone. Da allora, il progetto è cresciuto, diventando un punto di riferimento per chi cerca un teatro capace di riflettere la complessità del presente.
Negli ultimi anni, Spazio Kor ha investito energie nella creazione di spettacoli accessibili a persone con disabilità fisiche, sensoriali e neurodivergenza. Questa attenzione alla pluralità e all'inclusione ha rafforzato il legame con la comunità, trasformando Spazio Kor in un luogo accogliente, dove l’architettura storica dialoga con la creatività contemporanea per dare vita a un’esperienza unica.
Spazio Kor è oggi un presidio culturale che non smette di innovare, confermandosi un punto di partenza per una nuova visione di teatro, fatta di partecipazione, accessibilità e passione condivisa.
- Che cosa rappresenta per Spazio Kor l’accessibilità? Quale significato le attribuite?
Per noi, accessibilità è molto più di una parola: è un atto di apertura, un invito al dialogo, un gesto di ascolto e di cura. È il cuore pulsante di ciò che facciamo, un principio che ci guida nella creazione di uno spazio in cui ogni persona possa sentirsi accolta, riconosciuta e valorizzata.
Da sempre, adottiamo un approccio orientato al pubblico, mettendo al centro chi attraversa e vive Spazio Kor ogni giorno. Ma dal 2021, grazie alla co-direzione di Chiara Bersani e Giulia Traversi, questo impegno si è intensificato: il nostro sogno è che il teatro diventi davvero uno spazio per tutti e di tutti, un luogo che rispecchi la ricchezza della diversità umana.
Per realizzarlo, abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portati a sviluppare soluzioni accessibili e creative: dalle audiodescrizioni poetiche per persone cieche e ipovedenti agli incontri pre-spettacolo pensati per persone neurodivergenti, dai dialoghi con interpreti LIS per la comunità sorda ai touch tour che permettono di esplorare lo spazio scenico con il tatto.
Tutto questo non sarebbe possibile senza il prezioso contributo di Al.di.Qua. Artists - Alternative Disability Artists, la prima associazione di lavoratori e lavoratrici con disabilità, e il supporto di Lavanderia a Vapore. È un cammino fatto di attenzione e confronto, in cui spettatori e artisti diventano parte di un unico dialogo.
L’accessibilità, per noi, è un lavoro collettivo che prende vita solo grazie alla partecipazione di tanti. È un processo che ci insegna ogni giorno a guardare oltre, ad ascoltare meglio e a costruire insieme un teatro che sia davvero una casa per tutti.
- Il mondo del teatro è di per sé uno spazio aperto e artistico. Quali vantaggi o svantaggi porta l’accessibilità in uno spazio artistico di questo tipo?
Il teatro, per sua natura, è uno spazio aperto, un luogo di incontro e creatività. Integrare l’accessibilità in questo contesto porta con sé grandi vantaggi, ma anche sfide significative.
Tra i vantaggi più preziosi c’è la possibilità di lavorare con artisti con disabilità, che arricchiscono profondamente il panorama artistico e ampliano gli orizzonti creativi con le loro prospettive uniche. L’accessibilità diventa anche uno strumento potente per aprire il teatro a chi non vi è mai entrato prima: permette a persone con disabilità di partecipare a spettacoli ed eventi culturali.
In una realtà come quella di Asti, l’accessibilità è anche una questione di rappresentatività: portare in provincia artisti con disabilità significa creare modelli ispiratori per altre persone, mostrando che il teatro può essere uno spazio in cui sentirsi visti, ascoltati e valorizzati. È un modo per abbattere barriere non solo fisiche, ma anche sociali e culturali.
Tuttavia, questo percorso non è privo di sfide. Realizzare azioni accessibili richiede impegno, non solo in termini economici, ma anche di risorse umane e di tempo. Creare spettacoli che siano inclusivi significa progettare con cura ogni dettaglio, collaborare con esperti e costruire un dialogo continuo con il pubblico e con gli artisti.
Ma è proprio in questa complessità che si trova il valore più grande: trasformare il teatro in uno spazio davvero universale, dove ogni individuo può sentirsi parte di una narrazione condivisa. È una sfida che richiede dedizione, ma che regala un arricchimento culturale, umano e artistico senza pari.
- Secondo voi quali sono i grandi limiti per le persone con disabilità nel mondo teatrale?
Il mondo del teatro, con la sua straordinaria capacità di raccontare storie e creare emozioni, rischia ancora oggi di escludere chi potrebbe arricchirlo con le proprie esperienze e prospettive, sia sul palco che tra il pubblico.
Dal punto di vista degli artisti, uno dei limiti più grandi in Italia è l’impossibilità, per molti artisti con disabilità, di accedere a una formazione artistica e culturale adeguata. Questo non solo limita le opportunità professionali, ma priva il panorama teatrale di voci e visioni diverse. Anche quando si supera la barriera della formazione, resta quella degli spazi: molti teatri non sono strutturati per accogliere artisti con disabilità. Barriere architettoniche come scale senza alternative, camerini inaccessibili o assenza di bagni adeguati rendono il lavoro teatrale spesso impraticabile.
Dal punto di vista del pubblico, i limiti non sono meno evidenti. Ancora pochi teatri in Italia hanno avviato percorsi strutturati per rendere gli spettacoli davvero accessibili. La comunicazione stessa rappresenta spesso un ostacolo: i linguaggi utilizzati, sia nei contenuti che nella forma, non sempre tengono conto delle esigenze delle persone con disabilità sensoriali. E anche quando l’informazione è presente, spesso non è veicolata in modo accessibile: siti web poco chiari, materiali non pensati per persone con disabilità visive o uditive o mancanza di strumenti che facilitino l’accesso alle informazioni sono problematiche frequenti.
Il risultato è una frattura che tiene lontane molte persone dal teatro, privandole della possibilità di vivere la magia dello spettacolo dal vivo, ma soprattutto negando a questa arte la possibilità di essere davvero universale.
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