In questo articolo condivideremo con voi alcuni spunti fondamentali sull’accessibilità digitale nel contesto degli e-commerce, che rappresentano oggi il cuore pulsante del commercio globale perché toccano da vicino l’esperienza di milioni di utenti ogni giorno. La domanda che ci facciamo oggi è: sono davvero accessibili a tutti? La risposta, purtroppo, è spesso negativa. Eppure, con piccoli interventi mirati, è possibile rendere queste piattaforme inclusivamente efficaci.
Pensiamo a una situazione molto comune: un utente non vedente o ipovedente che naviga su un e-commerce utilizzando un lettore di schermo. Il primo grande ostacolo che trova è dovuto alle immagini non descrittive. Le foto dei prodotti sono il centro dell’esperienza di acquisto on-line. Senza un testo alternativo chiaro, diventano completamente invisibili, inutili, vuote. Per risolvere questo problema, è fondamentale inserire alt text descrittivi, brevi ma significativi, che permettano di comprendere cosa mostra quell’immagine. Ad esempio, al posto di un semplice "t-shirt bianca", una descrizione efficace potrebbe essere: “T-shirt bianca a maniche corte, taglio classico, in cotone”.
Pensiamo ora ad un aspetto più sottile ma altrettanto importante: i colori e i contrasti. Non tutti gli utenti percepiscono i colori allo stesso modo. Un bottone con un testo grigio su sfondo bianco, per esempio, può risultare invisibile per chi ha disabilità visive o daltonismo. Anche qui, la soluzione è semplice: assicurarsi che ci sia un contrasto sufficiente tra testo e sfondo e non affidarsi mai solo ai colori per trasmettere informazioni. Un esempio pratico? Se un campo è obbligatorio, non limitarsi a usare il rosso, ma aggiungere un asterisco o una nota testuale.
Ci sono poi degli errori che vengono definiti “bloccanti” e rappresentano le difficoltà più grandi, perché impediscono l’azione finale per cui un utente visita l’e-commerce: acquistare un prodotto o registrarsi. Un sito che presenta queste problematiche rischia non solo di perdere potenziali clienti, ma anche di escludere una parte importante della popolazione, violando i principi fondamentali di accessibilità e inclusione.
Per esempio, analizzando una procedura qualsiasi di registrazione, risulta che uno degli errori più comuni è la mancanza di etichette associate ai campi di input. I lettori di schermo, in questo caso, non riescono a interpretare correttamente la funzione dei campi da compilare: l’utente si trova di fronte a una serie di caselle vuote, senza alcuna indicazione su cosa debba essere inserito. Risolvere questo problema significa assicurarsi che ogni campo abbia una label chiara e identificabile, che spieghi cosa inserire. Non basta un placeholder, perché questi spariscono quando l’utente inizia a scrivere, e non sono sufficienti per chi usa tecnologie assistive.
Per non parlare del processo di acquisto, che è un momento delicatissimo e cruciale. Immaginate una persona che ha completato il carrello e si accinge a pagare: spesso i problemi emergono qui. Errori di programmazione, come l’assenza di una corretta gestione degli stati di errore, impediscono di sapere cosa non ha funzionato. Se si inseriscono dati sbagliato, come il numero della carta di credito, e il sistema non fornisce un feedback chiaro e accessibile all’utente, quell’acquisto rimane incompleto. Il problema si risolve implementando messaggi di errore che siano visibili e leggibili da qualsiasi tecnologia assistiva, e posizionandoli vicino al campo interessato. Ad esempio, invece di un generico “Errore nel modulo”, dovremmo specificare: “Il numero della carta di credito inserito non è valido. Verifica il formato.”
Parliamo anche degli utenti che utilizzano solo la tastiera per navigare, servendosi magari del tasto “tab” per spostarsi tra i vari elementi della pagina. Molti e-commerce presentano una struttura poco chiara, con link non etichettati correttamente e con menu caotici che disorientano gli utenti. Un sito accessibile deve prevedere un ordine logico degli elementi, con un focus ben definito e chiaro. Inoltre, implementare un sistema di navigazione via tastiera e prevedere un “salta al contenuto principale” è una scelta che migliora drasticamente l’esperienza. Garantire che ogni pulsante e ogni passaggio della procedura di acquisto siano attivabili tramite tastiera è fondamentale per abbattere queste barriere.
Non possiamo dimenticare anche gli errori di focus. Quando si completa un modulo o si procede tra i vari step di acquisto, il focus visivo e quello assistivo devono spostarsi in modo chiaro. Se il focus viene perso o si sposta in punti non logici della pagina, l’utente si trova smarrito, incapace di completare la procedura.
Ecco, questa è una breve panoramica degli errori principali che si possono riscontrare in un e-commerce, ma non ci dobbiamo spaventare! A tutto comunque c’è sempre una soluzione! E, fortunatamente, questa soluzione è sempre nella cura del codice e nei test. Non basta fare un controllo automatico e verificare che tutto sia posto una volta sola. È necessario effettuare verifiche regolari, soprattutto con tecnologie assistive, per assicurarsi che tutti i percorsi cruciali funzionino correttamente. I test con utenti reali, in particolare con persone che utilizzano screen reader o navigano tramite tastiera, sono uno strumento insostituibile per identificare e correggere questi blocchi.
In definitiva, ogni piccola barriera in un e-commerce rappresenta una porta chiusa per un utente. E questo non solo penalizza le persone con disabilità, ma limita anche le opportunità economiche delle aziende. Investire in accessibilità significa non solo rispettare i diritti di tutti, ma anche raggiungere un pubblico più ampio e migliorare l’esperienza utente complessiva.
"Grazie alla partnership con AccessiWay, aggiungiamo così un importante tassello verso una maggiore inclusività, offrendo la massima accessibilità al nostro sito web e a tutti i suoi contenuti”
Corporate Communications Director di Campari Group