Quali sono gli obblighi di legge e le scadenze in materia di accessibilità web?
L’accessibilità web è una materia molto complessa, ma divenuta, al giorno d’oggi, assolutamente necessaria. Infatti, seppur sia difficile districarsi fra i tecnicismi del web, è giusto garantire a tutti coloro che navigano su internet il diritto di accedere a tutti i contenuti senza limiti. Vediamo quindi cos’è l’accessibilità web e quali sono gli obblighi di legge in materia di accessibilità web.
Cos’è l’accessibilità web?
Secondo l’art. 2 della Legge Stanca l’accessibilità web è “la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”.
In sostanza, un sito web è accessibile se le persone con disabilità possono usufruire delle funzioni da esso offerte senza alcuna limitazione. Chiaramente, gli accorgimenti da adottare perché ciò avvenga sono diversi a seconda della disabilità dell’utente. Ecco perché non esiste una definizione univoca di accessibilità, ma va valutata caso per caso.
Quali sono le fonti di legge in materia di accessibilità?
In Italia, la prima fonte di legge in materia di accessibilità è la legge n.4 del 9 gennaio 2004, recante “Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”. Il nome più noto, tuttavia, è “Legge Stanca”, dal nome del ministro che la promuovette. Questa fonte è stata tuttavia aggiornata più e più volte nel tempo, per adattarla al progresso tecnologico e ai sempre maggiori diritti riconosciuti alle persone con disabilità. Pertanto, se si vuole leggere il testo legislativo, è importante avere la certezza di consultare la versione più aggiornata.
Negli ultimi anni, inoltre, l’Unione Europea si è adoperata per uniformare la disciplina in materia di accessibilità web, promulgando due importanti direttive: la n. 2102 del 2016 e la n. 882 del 2019, conosciuta come European Accessibility Act (EAA). Mentre la prima si rivolge alle pubbliche amministrazioni, la seconda impone obblighi di accessibilità alle imprese private.
Quali sono i termini e le scadenze per rendere un sito web accessibile?
Con l’entrata in vigore, il 28 giugno 2022, del decreto legislativo che ha recepito lo EAA, sorge l’obbligo di rendere il sito web accessibile anche per le imprese private. Se i termini per le pubbliche amministrazioni sono già scaduti dal 2020, per i privati rimane ancora margine, anche se non troppo ampio. Di seguito, ricapitoliamo le scadenze:
- 23 giugno 2020: le pubbliche amministrazioni devono aver reso il loro sito web accessibile e aver pubblicato la dichiarazione di accessibilità AGiD;
- 23 settembre 2021: l’obbligo di accessibilità e dichiarazione è esteso anche alle applicazioni delle pubbliche amministrazioni;
- 28 giugno 2022: i soggetti erogatori (fatturato medio oltre i 500 milioni di euro) sono tenuti a rispettare le norme in materia di accessibilità web. Tale termine è stato poi prorogato al 5 novembre 2022;
- 23 settembre 2022: i soggetti erogatori sono tenuti a depositare la prima dichiarazione di accessibilità AGiD;
- 28 giugno 2025: le imprese private devono rendere il loro sito web pienamente accessibile.
Quali sono gli obblighi da seguire riguardo all’accessibilità web?
Il primo obbligo riguarda la dichiarazione di accessibilità. Va resa pubblica e accessibile sul proprio sito web, linkando dal footer. Il suo scopo è indicare lo stato di accessibilità del sito su cui si sta navigando, e va pertanto aggiornata periodicamente. Per realizzarla, esiste un modello pubblicato dall’AGiD a cui attenersi. Maggiori dettagli sono disponibili in questo articolo.
Per quanto riguarda le misure da adottare per rendere un sito accessibile, bisogna fare riferimento alle World Content Accessibility Guidelines (WCAG). Si tratta di delle linee guida pubblicate dal World Wide Web Consortium (W3C), che descrivono nel dettaglio tutte le misure concrete da adottare. La versione più attuale è la 2.1, che vi abbiamo descritto in questo articolo. Si tratta però di tecnicismi molto complessi, per cui, se non si hanno le competenze adeguate, o se mancano le risorse o il tempo, consigliamo di ricorrere a sistemi di accessibilità automatizzati, integrati con consulenze personalizzate, come quelli offerti da AccessiWay: clicca qui per saperne di più!
Chi deve rispettare l’obbligo di accessibilità web?
Come indicato in precedenza, sono tenute agli obblighi di accessibilità le pubbliche amministrazioni, nonché le imprese che offrono servizi pubblici, ad esempio poiché appaltati dallo Stato.
Per quanto riguarda le imprese private, gli obblighi di accessibilità che entreranno in vigore nel 2022 - inclusa la dichiarazione di accessibilità da pubblicare entro il 23 settembre 2022 -, riguardano i cosiddetti “soggetti erogatori”, ossia quelle imprese con un fatturato medio, negli ultimi tre esercizi, di almeno 500 milioni di euro.
Per le altre imprese, tale obbligo decorrerà dal 2025, quando scatterà il termine per l’attuazione dello European Accessibility Act. Rimangono escluse dall’applicazione della disciplina le microimprese, ossia le imprese che occupano meno di 10 persone e realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di Euro. Per loro sono previsti degli strumenti di sostegno e delle linee guida volte a favorire l’applicazione delle norme in materia di accessibilità. Tali misure sono disposte dagli Stati membri, in collaborazione con le parti sociali interessate.
Cosa succede se non si rispettano le norme in materia di accessibilità?
Rispettare le norme in materia di accessibilità è fondamentale, per varie ragioni. Le prime sono di natura etica, poiché è giusto garantire a tutti gli stessi diritti. Le seconde sono di natura economica, dato che le imprese non accessibili rischiano di perdere fino al 20% dei loro guadagni. Infine, non vanno dimenticate le sanzioni previste per chi non applichi le disposizioni di legge, che possono arrivare fino al 5% del fatturato annuo.
Bisogna però precisare che gli obblighi in materia di accessibilità non si applicano in caso di onere sproporzionato, che l’AGiD definisce così:
- onere organizzativo eccessivo;
- onere finanziario eccessivo;
- rischio di pregiudicare la capacità dei soggetti erogatori di adempiere allo scopo prefissato;
- rischio di pregiudicare la capacità dei soggetti erogatori di pubblicare le informazioni necessarie pertinenti per i propri compiti e servizi.
Come capire se il proprio sito web è accessibile?
Per capire se il tuo sito web è accessibile puoi ricorrere a un validatore di accessibilità. Si tratta di uno strumento informatico che ti consente di sapere se il tuo sito web è accessibile. AccessScan, il validatore di accessibilità di AccessiWay, è completamente gratuito e in pochi secondi ti consente di scoprire il livello di compliance del tuo sito rispetto alle linee guida sull’accessibilità (WCAG 2.1).
Nel dettaglio, funziona mediante l’Intelligenza Artificiale, che in pochissimi minuti scansiona la totalità delle pagine del tuo sito web e ti fornisce una valutazione. In ogni caso ti sarà mostrata una lista di miglioramenti che puoi attuare per ottenere il pieno soddisfacimento dei requisiti di accessibilità.
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